Il conte Alessandro Datti, nato a Roma il 24 aprile 1896, era stato tra i rifondatori, assieme a Carlo Franchetti, del Circolo Speleologico Romano già nel 1920 ed aveva coltivato il piacere di andare in grotta accanto all’altra sua passione di andare in montagna.
Dal 1953 era Presidente della Sezione Romana del CAI che aveva fatto rifiorire e di cui aveva incrementato notevolmente le attività puntando sia all’attività esplorativa, anche attraverso spedizioni all’estero, sia impegnandosi nella pubblicazione di un bollettino che divenne poi «L’Appennino», apprezzato periodico romano ancora in corso.
Nel Circolo fu animatore instancabile e grazie alla sua educazione superiore riuscì sempre a smussare gli angoli, a ridurre le polemiche. Fu presidente del CSR dal 1957 al 1959 e dal 1962 al 1969. Il conte Datti fu un grande costruttore: sua l’iniziativa di costruire un rifugio alla Sella dei Due Corni sul Gran Sasso dedicato all’amico Carlo Franchetti, anche tramite contributi dei soci del Circolo (1960) e sue le iniziative delle grandi spedizioni della Sezione Romana del CAI: nel 1959 al Saraghrar Peak (Hindu Kush, Pakistan) condotta dallo scrittore e alpinista Fosco Maraini, nel 1964 al Lal Quilà condotta da Alletto-Consiglio, nel 1963 all’Oxus nell’Hindu Kush afgano condotta da Pinelli-Castelli, ed infine la spedizione nel Grande Atlante del Marocco diretta da Alletto-Consiglio e quella allo Swar Himalaya diretta da C.A. Pinelli. La sua infaticabile opera animatrice portò la Sezione Romana del CAI a primeggiare in Italia e lui stesso a diventare vice presidente del CAI Nazionale.
Quando nel 1970 terminò la sua operosa esistenza, lasciò una traccia profondissima nell’educazione e negli scopi del Circolo: il continuo sforzo teso sì ai risultati esplorativi ma completati, sempre, dagli studi e dalle pubblicazioni.