Guy Van Den Steen, scultore belga, conobbe Carlo Franchetti nel 1939. Di nobili origini, figlio del primo ambasciatore a Roma, Guy coltiva molte passioni e vive nel castello di Jehay ad Amay, in provincia di Liegi, oggi museo nazionale, dove colleziona opere d’arte ed esegue le sue famose sculture in bronzo. Nell’autobiografia del 1986 ricorderà le sue esplorazioni. Guy inizia ad andar per grotte con Carlo Franchetti, presidente del CSR, di cui diviene amico; viene in Italia per “partecipare alla scoperta di nuove cavità con l’associazione”, Guy afferma che «il solo interesse che presenta per me l’esplorazione d’una grotta è di essere il primo a scoprire o il primo a forzare un passaggio. Gli ambienti sconosciuti che possono presentarsi m’attirano e il fatto che non si conosca la finalità» dell’esplorazione, contriamente all’alpinismo, in cui l’obiettivo è la vetta, crea un fascino particolare. Con questo spirito Guy partecipa alle esplorazioni nella risorgenza di Capo Quirino, in cui compie un’operazione esplorativa ‘canonica’ della speleologia di tutti i tempi, il passaggio del sifone in apnea. Nella risorgenza di Capo Quirino Guy è poi protagonista dello svuotamento dei sifoni e delle esplorazioni del CSR, durante le quali s’ingegna a trovare soluzioni per superare gli ostacoli, come i pali telescopici; sarà anche ideatore nella spedizione del 1963 in Libano di una curiosa ciambella gonfiabile costruita per traversare laghi sotterranei con punti stretti o pseudosifoni. Il 26 marzo del 1960 sui Monti Carseolani, scopre il ‘mitico’ passaggio chiave per la continuazione delle esplorazioni a valle del sifone dell’inghiottitoio di Val de Varri (Pescorocchiano, Rieti), seguendo la corrente dell’aria tramite il fumo di una sigaretta.